|
Home
> I Frati
Cappuccini > Storia
della presenza cappuccina >
ANNI 1923 - 1925
25 marzo 1923
La festa patronale coincideva quest'anno
con la domenica delle Palme. Ci fu
ugualmente grandissimo concorso di gente,
ma non si pote' fare molto. P.Eustorgio
Novati da Verano Brianza
22 aprile 1923
A questo punto la cronaca riporta una
notizia che trascriviamo: "Il giorno 22
prile, festa della Benedizione Papale, per
supplire in parte a quello che non si era
fatto il 25 marzo, oltre i vespri
pontificali soliti di tutti gli anni, al
mattino vi furono tre ss Messe, ed alle 10
vi fu Messa solenne cantata da
Mons.Abate".
Nella nostra cronaca sotto l'anno 1902
abbiamo riportato un elenco delle feste
annuali ed abbiamo spiegato l'origine, le
modalita' e le preghiere della benedizione
papale. C'e' solo da chiedersi come mai la
cronaca o chi l'ha compilata
successivamente abbia sempre taciuto
questa celebrazione.
Alla benedizione erano legate le
indulgenze. In un elenco di documenti
compilato l'11 ottobre 1923 si parla di un
"Rescritto della Sacra Congregazione della
Penitenzeria concedente l'indulgenza
plenaria in vari giorni dell'anno a chi
visita il Santuario , e 300 in ogni giorno
(12 ottobre 1922). Valido per solo 7
anni".Questo documento non e' stato
trovato. Queste notizie sono comunque
interessanti. Oggi non presta piu' molta
attenzione alle indulgenze, ma allora si
ricorreva ad esse come ad un aiuto che la
chiesa da' ai fedeli per purificarsi dai
peccati e progredire sulla vita della
conversione. Il 7 giugno 1923 si celebro'
la chiusura del mese dedicato alla
Madonna. Predico' p.Onorato Solvetti da
Breno. Alle 6 di mattina, quindi
prestissimo, venne il pellegrinaggio di
Vicoboneghisio con il suo parroco. Anche
il parroco di Vicomoscano celebro' una
messa solenne.
21 ottobre 1923
Lasciamo la parola al cronista "In questo
giorno si celebro' la festa degli
ortolani, la quale, malgrado il molto
fatto l'anno antecedente, per farla
ritornare al suo antico lustro e renderla
veramente solenne, piu' che per altro per
frequenza di popolo e di sacramenti,
lascio' molto a desiderare sotto ogni
rapporto, tanto che se non ci fosse stato
un pellegrinaggio di Scandolara Ravara
composto di un centinaio di persone, Il
Santuario sarebbe rimasto quasi deserto".
Predico' p.Fulgenzio Galbiati da Milano,
celebro' messa solenne il parroco di
Agoiolo.
.
Il 25 marzo 1924 si celebro' ,
come al solito, la festa patronale. Fu un
giorno piovoso, ma la devozione dei fedeli
non impedi' che il concorso fosse
"abbastanza numeroso". Celebro' Don Carlo
Belotti fratello di f.Eliseo cuciniere e
sacrista, predico' P.Sperandio Vecchi da
Mornico al Serio.
Il 5 giugno 1924 si chiuse il
mese di maggio con sufficiente concorso di
popolo. Cantorono le ragazze di
Vicoboneghisio, celebrarono l'Abate di
Casalmaggiore ed il parroco di
Martignana.
Predicò P.Calimero Garavaglia da
Mesero.
Nel mese di luglio 1924, per
ordine del Ministro Provinciale
P.Innocenzo Cerini da Somarate, si e'
costruita la Cancelleria del Santuario
ricavandola da un ripostiglio che serviva
per deporvi le sedie e si trovava di
fronte alla porta del maggiore del
convento. Fra Romualdo Bugini da Brignano
Cera d'adda che abbiamo gia' incontrato
altre volte, fece il muratore per
sistemare questo locale. Nella lettera del
7 luglio 1924 il P.Provinciale
richiamo' tutti i frati alla piu' stretta
clausura, cioe' a non a lasciare entrare
estranei nei luighi in uso dei frati: una
regola che serviva a trasformare il
convento in una piazza dove non ci sarebbe
piu' possibilita' di pregare e studiare. I
frati devono contemperare le esigenze
dell'accoglienza e la vita spirituale che
va protetta anche con il silenzio.
6 febbraio 1925
Morte di Fra Diego Testa de Cenate
Sotto. Il superiore, che avrebbe cessato
il suo servizio nel mese di aprile, non ha
registrato nella cronaca, ma ne dobbiamo
tenere conto, perche' la morte di un frate
e' sempre un avvenimento che coinvolge non
solo la comunita' religiosa, ma anche la
popolazione che ha sempre molta attenzione
verso i religiosi e, come viene detto nel
testo che riportiamo, specialmente con
questo fratello laico (frate non
sacerdote) vhe si rendeva utile anche alla
gente vicina.
Fra Diego fu trovato agonizzante il
giorno 3. Gli fu diagnosticata una
gravissima emorragia celebrale e non ci fu
piu' nulla da fare. Il superiore nella
necrologia con la quale comunicava la
notizia ai frati della Provincia riassume
in questo modo la figura di questo
fratello: "frate Diego era uno di quei
religiosi sopra i quali il superiore
poteva fidarsi di comandargli qualsiasi
cosa sicuro di essere sempre piu'
ubbidito
..prontamente e senza alcuna
difficolta' ". Aveva anche lui il proprio
carattere. Era pero' sempre gioviale con
tutti, tanto che si attirava l'affezione
di coloro che lo conoscevano, specie dei
piu' vicini al convento. L'ozio credo che
frate Diego non sapesse qual vizio fosse.
Sortito dalla natura un certo quale
ingegno in tutto cio' concerne arti e
mestieri, egli s'industriava in qualsiasi
faccenda materiale del convento, non solo
ma anche in favore di coloro che gli
chiedevano qualche piacere. A capo pero'
di qualsiasi dote che si scorgeva in frate
Diego, stava lo spirito di orazione e di
una fervente devozione. Memore di quello
che dicono sia la nostra santa regola che
le nostre sante costituzioni, che nessun
frate deve immergersi tanto nel lavoro
materiale da estinguere lo spirito della
santa orazione e devozione, fra Diego, per
quanto fossero urgenti le faccende
materiali, che potesse avere, sempre
trovava tempo per l'orazione, per il
servizio delle Sante Messe, in qualunque
ora cio' potesse avvenire, e faceva tutto
con una devozione tale che non si poteva
fare a meno di rimanere grandemente
edificati".
Ci sembra davvero un ritratto molto
bello di questo religioso passato in mezzo
alla popolazione di Casalmaggiore. Non di
tutti, purtroppo, abbiamo una descrizione
tanto sottile, e pure vanno ricordati
perche', pur nella loro
silenziosità, hanno costruito la
storia di questa comunita' cappuccina ed
hanno beneficamente influenzato anche la
comunita' ecclesiale e sociale,
Per la stessa ragione detta sopra, la
cronaca non registra neppure le
celebrazioni del 25 marzo 1925.
.
|
|