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della presenza cappuccina >
ANNI 1921 - 1922
Il 15 settembre 1921 fu stabilito il
cambiamento del presidente. Quello in
atto, p. Guglielmo Cugini da Vall'Alta, fu
mandato a Milano nel convento di san
Francesco e qui venne destinato p. Giulio
Cesare Gatti da Caravaggio.
Nel mese di ottobre 1921, alla terza
domenica, si celebrò il ricordo del
voto, ma ci fu poca partecipazione e di
questo se ne lamentò anche
l'oratore, don Primo Bottini, vicario
dell'abbaziale di Casalmaggiore che
sostituì l'abate ammalato. 17
ottobre 1921. Il nuovo superiore non tenne
conto delle annotazioni pessimistiche del
suo predecessore e celebrò
ugualmente la festa degli ortolani,
avvertendo che lo faceva "almeno come
tentativo". Alla sera, durante i vespri,
disse alcune parole in proposito,
così riassunte: "Espresse l'idea di
conservare al possibile la festa pur
cambiando nome e, se si vuole, anche la
data. Per esempio "Festa dei vignaioli" e
in epoca da stabilirsi. Il risultato
dell'idea espressa si vedrà in
seguito. Lo stesso autore della cronaca,
aggiungeva: "A dire il vero dei devoti
durante il giorno non mancarono; si
può rilevare dalle offerte: ma
troppo in pochi per una festa
solenne."
5 marzo 1922. Centenario della
fondazione del Terz'ordine.
S. Francesco ha offerto la
possibilità di vivere il suo
itinerario spirituale anche ai laici che
si riuniscono insieme formando il
Terz'ordine francescano (TOF), che oggi si
chiama: ordine francescano secolare
(OFS).
Nel 1921 ricorreva il VII centenario
della fondazione e fu celebrata un po'
ovunque in obbedienza al papa Benedetto XV
che aveva scritto un'enciclica in
proposito (6 gennaio 1921). Casalmaggiore
non volle essere da meno. Il 23 ottobre
1921 un p. cappuccino tenne una conferenza
nell'abbaziale e compì la visita
canonica alla congregazione. Fu molto
soddisfatto e segnalò su Annali
Francescani (la rivista dei terziari
pubblicata dai cappuccini di Milano) che:
"potei constatare davvero che tra gli
ascritti regna la carità. Anima
della Congregazione è la Superiora
sig. Emilia Tosi, benefattrice insigne dei
figli di S. Francesco". Dalle pagine degli
stessi Annali, nel primo numero del 1921
si annunciava la giornata che si sarebbe
tenuta il 5 marzo 1922, aggiungendo: "Non
è a dire con quale slancio tutto il
clero della città e dintorni vi ha
aderito e quando si può contare sul
fervore e l'intervento del Clero, ogni
trionfo è assicurato".
Noi vogliamo rileggere la cronaca che
la stessa rivista ha pubblicato. "Gloria a
questa terra feconda ed illustre della
Diocesi di Cremona! In uno splendore di
luce, ed una festa d'anime che raramente
avviene di godere con sì magnifica
esplosione, il giorno 5 di marzo ha
celebrato la festa del centenario del
Terz'ordine nel vetusto Santuario della
Fontana. [ ... ]. Clero e popolo
di Casalmaggiore e dintorni, uniti in uno
slancio di amore al Poverello d'Assisi,
hanno scritto una pagina di fede cui
raramente avviene di assistere ove
specialmente l'onda materialistica del
socialismo è passata devastatrice
come in quelle terre. Può dirsi
lieto il rev. P. Giulio Cesare da
Caravaggio, superiore dei cappuccini, per
aver visto coronate sì
magnificamente le lunghe fatiche di
preparazione ed insieme a lui il solerte
comitato maschile e femminile, presieduto
dal reverendissimo abate mons. Marino che
fu largo di consigli saggi e di aiuti
efficaci". Ed ecco la breve cronaca. Sino
dalle prime ore del mattino l'antico
Santuario, che sorge quasi monumento
solitario in mezzo agli ubertosi campi,
era gremito di fedeli che numerosissimi e
devoti si accostarono alla s. Mensa delle
Messe celebrate dalle loro eccellenze
l'arcivescovo Giovanni Antonio Zucchetti,
ed il vescovo di Pontremoli mons. Angelo
Fiorini, minori cappuccini.
Alle ore 10 scrosci di applausi
accolsero l'arcivescovo di Parma mons.
Guido Conforti e l'amatissimo vescovo
diocesano mons. Giovanni Cazzani che,
fiancheggiati dai mons. Marini e Sinelli
di Sabbioneta, dal p. Gregorio da Breno,
ministro provinciale dei cappuccini
lombardi, dal clero numeroso, prendono
posto sull'altare maggiore dove campeggia,
tra piante esotiche e fiori disposti con
fine gusto artistico dal buon p. Nicola
Pedrazzini da Carpiano, la statua del
Serafico Padre.
Il Santuario rigurgita di fedeli che
dopo un applauso a S. Francesco ed agli
eccellentissimi vescovi, porgono devota
attenzione agli oratori. Parlano mons.
Abate, il vescovo diocesano e
l'arcivescovo Zucchetti ascoltatissimi ed
applauditi. Quindi mons. Sinelli di
Sabbioneta svolge, colla competenza e la
dottrina che lo distinguono, il tema: Il
Terz'ordine e la moralità. Fu un
quadro sintetico quello che rivelò
tutto il male dell'odierna società
ed il contrapposto efficace della Regola
del Terz'ordine.
In sostituzione del maestro Ferpozzi,
p. Donato Antonini da Malvagio legge e
commenta brevemente alcuni punti
più salienti della Regola del
Terz'ordine. Indi il superiore locale, p.
Giulio Cesare, legge la Relazione sullo
stato della Congregazione nel Casalasco,
Sabbionetano e Viadanese, molto
applaudito. E' vicino il mezzogiorno, e
detto l'Angelus dal vescovo diocesano,
tutta l'immensa assemblea esce dal
Santuario e si sparge nelle vicinanze per
consumare il pasto frugale che aveva
portato con sé.
Alle 14 di nuovo il Santuario presenta
un aspetto imponente; il banco della
presidenza è commosso a tanto
spettacolo. Il guardiano di Cremona porge
il saluto dei terziari cremonesi; p.
Donato Antonini da Malvagio quello dei
terziari di Milano. Il primo tema "Il
Terzo Ordine e la donna", con una
eloquenza suggestiva che rapisce
l'assemblea, è svolto dalla signora
Migliorati di Brescia; il secondo Il Terzo
Ordine e la gioventù dal giovane
avv. Ennio Zelioli di Cremona con una foga
d'apostolo, con una convinzione da
sacerdote.
L'assemblea estasiava a tanta
persuasiva eloquenza e non è a dire
con quale entusiasmo applaudi agli egregi
oratori. Quindi rivolsero la loro parola
l'arcivescovo di Panna, mons. Fiorini e il
vescovo diocesano facendo una sintesi
felicissima dei lavori della splendida
giornata.
La benedizione col Te Deum, chiuse la
bella giornata.
Iniziando i lavori si spedirono
telegrammi al S. Padre e al ministro
generale che qui riportiamo con le
relative risposte.
Santo Padre, Roma:
"Terziari Francescani Casalmaggiore e
dintorni presente vescovo diocesano
arcivescovi Conforti Parma, Zucchetti,
vescovo Pontremoli numeroso clero riuniti
Santuario Fontana solenne commemorazione
centenario Terz'Ordine umiliano filiali
ossequi, promettono ubbidienza domandano
apostolica benedizione".
Provinciale Cappuccini:
"Augusto Pontefice paternamente grato per
devoto omaggio benedice gran cuore
Terziari Clero Casalmaggiore arcivescovi
presenti solenne commemorazione centenario
auspicando felici incrementi cristiana
pietà. Card. Gasparri"
"Ministro generale cappuccini Terziari
distretto Casalmaggiore riuniti solenne
giornata francescana Santuario Fontana
presente vescovo diocesano arcivescovi
Conforti, Zucchetti, vescovo Pontremoli
presentano omaggi, domandano paterna
benedizione. Ossequiando eccellentissimi
Presuli, benediciamo paternamente tutti
convenuti auspicando ognibene.
Melchiorre commissario
generale".
(Tra tutti i vescovi presenti merita di
essere preso in considerazione mons. Guido
Conforti beatificato da Giovanni Paolo Il
il 17 marzo 1996. Egli è il
fondatore dei saveriani ed è stato
vescovo di Panna. Questo incontro è
stato ricordato da Carlo Perdetti dalle
pagine dell'Avvenire del 10 marzo 1996 con
il suggestivo titolo: Gli incontri
ravvicinati di due vescovi a
Casalmaggiore. Ricorda che di
quell'incontro esiste anche una
fotografia.)
Il 4 maggio 1922 venne celebrato il
capitolo provinciale che rinnovò la
fraternità cappuccina nel modo
seguente: Fu cambiato il presidente,
perché p. Giulio Cesare fu mandato
nel convento di Sovere come presidente.
Qui furono destinati: p. Costantino Porta
da Lazzate, presidente; p. Pasquale
Giudici da Clusone vice presidente; p.
Nicola Pedrazzini da Carpiano; f. Diego
Testa da Cenate Sopra, Ortolano e
canovaro; f. Eliseo Belotti da Calcinate,
sacrista e cuciniere; f. Damaso Fagnani da
Inzago, cercatore.
2 maggio 1922, arredi sacri: p. Giulio
Cesare, prima del capitolo provinciale,
aveva acquistato 6 candelieri ed una croce
di ottone argentato da utilizzare nella
cripta. La croce fu pagata dalla signora
Maria Albertoni coniugata Pini della
Ca'Bruciata. Il nuovo presidente dovette
nichelare, cioé rivestire di
nichel, questi e altri candelieri
perché l'umidità della
cripta li rendeva velocemente
neri.
Approfittò dell'occasione per
fare la stessa operazione su altre
suppellettili come il turibolo (per
l'incenso) e la navicella (che contiene i
grani di incenso). La cronaca aggiunge
l'elenco di altri oggetti acquistati o
sistemati.
Ogni chiesa ed ogni santuario
richiedono queste cure che forse possono
sfuggire anche ai più assidui
frequentatori. Ciò comporta spese
che vengono coperte con la
generosità dei fedeli.
Il 15 giugno 1922 si fece la chiusura
del mese di maggio.
Predicò p. Giustino Favali da
Leguigno, guardiano del convento di Parma.
Celebrò messa solenne p. Vittorino
Morelli di Casalmaggiore, ma appartenente
alla provincia di Genova. Questi
morì il 20 gennaio 1930 a Genova
nell'ospedale Galliera. Il necrologio di
quella provincia lo ricorda così:
"predicatore, superiore in vari conventi,
cappellano nelle carceri di Marassi,
reparto donne, per alcuni anni".
La questua
I frati cappuccini, specialmente nel
passato, per vivere pienamente la
povertà si affidavano alla
Provvidenza e andavano di casa in casa a
mendicare. Per non accumulare i prodotti,
la questua era quasi quotidiana. Questo
aveva un risvolto oltre che spirituale
anche pastorale, perché il frate,
passando di casa in casa veniva a
conoscenza di tante tribolazioni e poteva
dire una parola di incoraggiamento, dove
c'erano liti poteva pacificare, dove tanta
povertà poteva soccorrere, dove
tanta indifferenza religiosa poteva dire
una parola di fede, dove tanta
disperazione poteva infondere
speranza.
Quanti miracoli di fede e di
carità non hanno fatto tanti
fratelli laici cappuccini con questo
servizio al convento, ma anche alla
popolazione!
Parlo di questo argomento,
perché penso che ai lettori
potrà interessare conoscere i paesi
dove il frate cappuccino questuante di
Casalmaggiore si recava per raccogliere le
offerte, generalmente in natura.
Una delimitazione geografica era
necessaria per evitare che altri
confratelli o altri religiosi visitassero
più volte le stesse famiglie
creando qualche inconveniente.
L'elenco che trascrivo si trova in un
documento che porta la data del 10
settembre 1922 ed e' compilato dallo
stesso presidente , p.Costantino.
"Elenco dei paesi di questua
dell'Ospizio di Casalmaggiore. Agoiolo,
Bellaguarda, Belforte, Borgolieto, Breda
Cisoni, Brugnolo, Buzzoletto, Ca' de
Soresini, Cogozzo, Cicognara,
Casalbellotto, Cataletto, Castelponzone,
Casteldidone, Cavallara, Commessaggio,
Calvatone, Cividale, Camminata, Cappella,
Correggio, Fossacaprara, Dosolo (scritto
Dozzolo), Mazzuolo, Gussola, Martignana,
Motta, Ponteterra, Pomponesco,
Quattrocase, Rivarolo Del Re, Rivaroli
Fuori, Romprezzagno, Roncadello, Salina,
San Giovanni in Croce, San Lorenzo
Guazzana, San Lorenzo Aroldo, San Martino
del Lago, San Paolo Ripa D'Oglio,
Sabbioneta, Scandolara, Spineda, Solarolo
Rainerio, Tornata, Torricella del Pizzo,
Vicoboneghisio, Vicomoscano,
Vicobellignano, Villanova, Villapasquali,
Villastrada, Viadana, Valle, Vho (V'ho),
Voltino frazione.
Ad alloggiare si va dai rispettivi
parroci.
10 settembre 1922 p. Costantino
presidente cappuccino".
Nei giorni 18/21 settembre 1922 p.
Pasquale fu mandato a Como e qui venne p.
Giovita Baffelli da Malegno con la
qualifica di vice presidente.
13-16 ottobre 1922 grandi feste e
centenario di San Fedele da
Sigmaringa.
Il nuovo superiore tenne conto delle
annotazioni fatte dal suo predecessore e
volle tentare di far rivivere la
"Compagnia degli ortolani", dandogli il
nuovo nome di "Pia unione ortolani,
agricoltori devoti di Maria" . Per dare
piu' forza alla celebrazione del
lunedì 16 volle far procedere un
triduo (13-15) in onore di San Fedele da
Sigmaringa, cappuccino martirizzato tre
secoli prima, cioe' il 24 aprile 1622.
La celebrazione riusci' cosi bene che
gli annali Francescani sentirono il
bisogno di parlarne pubblicando un testo
firmato da p.Giovita. Cosi introducevano
la cronaca:
"In questo vetusto ed artistico
Santuario della Madonna della Fontana,
solennissime sono le feste celebrate
[..]. Sullo sfondo dell'altare
adorno di fiori e di piante esotiche
campeggiava un quadro del Santo opera
della mano d'artista di Don Pirrotta di
Gussola. Da tutto il casalasco trasse
numeroso popolo devoto che assiste'
commosso alle solenni funzioni". La
cronoca del convento e', in questa
occasione, fin troppo particolareggiata ed
anche un po' confusa, percio' continuiamo
a seguire gli annali Francescani:
"ammirati e ben diretti dai propri
reverendissimi parroci riuscirono i pii
pellegrini di Vicoboneghisio,
Vicobellignano, Vicomoscano, di Cappella e
di Angoiolo. Tre eccellentissimi vescovi
condecorarono le sacre funzioni, il
Vescovo di Cremona Mons. Cazzani,
l'ex-Arcivescovo di Smirne Zucchetti, e
Mons.Fiorini di Pontremoli, cappuccini.
Durante i 3 giorni davanti ad affollato
popolo parlarono Mons. Abate di
Casalmaggiore, p.Giovita da Malegno,
vicario del convento, e le loro
eccellenze. La Vergine Santa e la bella
figura del protomartire di propaganda
fide, furono magnificamente illustrati
dalla parola eloquente degli oratori e
specialmente ammirata e sempre
religiosamente seguita la parola
dell'amatissimo Vescovo diocesano che
tratto' magistralmente la bella figura del
cappuccino che corono' col martirio il suo
fecondo apostolatoquando nella vicina
Svizzera l'eresia di Lutero e di Calvino
strappava quel popolo dal grembo della
Chiesa Cattolica.
Le feste di Casalmaggiore, preparate
con zelo dalla piccola famiglia ivi
esistente dei padri cappuccini, furono un
vero trionfo di fede".
Il giorno 16 fu inaugurata la nuova
congregazione in modo straordinario. Il
giorno successivo poi, come gli altri
anni, furono ricordati i defunti della pia
associazione.
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