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ANNI 1912 - 1916
Il 16 giugno 1912 si celebrò la
solenne chiusura del mese di maggio con la
partecipazione di numerosi fedeli accorsi
anche dai paesi vicini per onorare Maria
"fonte inesausta di forze e di conforto"
per ciascuno. La celebrazione fu
organizzata dalla Pia Unione formatasi 22
anni prima per questo scopo. Intervenne
l'abate di Casalmaggiore mons. Ferdinando
Balteri che rivolse parole affettuose ai
presente durante i vespri solenni del
pomeriggio, mentre alla mattina aveva
predicato p. Luigi Castelli da Guanzate.
Durante il mese di luglio 1912 i padri
passionisti organizzarono un riuscitissimo
pellegrinaggio che prese le mosse dalla
borgata delle Grazie. Ciò
edificò tutti i presenti "colla
soda devozione e colla larga
partecipazione ai santi
sacramenti".
Lavori alla cripta
Come abbiamo già avvertito, la
cronaca non fu scritta in questi anni, ma
le notizie furono ricostruite dopo qualche
tempo. Chi lo ha fatto non ha osato
indicare date precise, come è per
le seguenti due notizie.
"La volta della cripta affumicata dalle
lampade e da' ceri accesi nel corso di
vari secoli, richiedeva l'opera del
restauratore. Vi si accinse il presidente
della religiosa famiglia, padre Emilio da
Carpiano. Condotto a termine il lavoro del
[proprio del] distinto pittore
cremonese sig. Verdelli Silvio, si fece la
solita festa patronale del 25 marzo".
Così appunto il cronista, ma la
notizia lascia molti interrogativi. Prima
di tutto circa la data.
Poco avanti narra, come abbiamo fatto
anche noi, i fatti del 16 giugno 1912,
perché torna indietro
cronologicamente e parla delle feste del
25 marzo 1912? In secondo luogo non
é chiaro se anche il superiore
abbia partecipato manualmente ai lavori o
li abbia fatti eseguire al pittore.
Subito dopo si legge una seconda
notizia priva di data e di cronologia ed
é che "qualche giorno dopo" venne
alla Fontana mons. Geremia Bonomelli,
ospite dell'abate, e vi celebrò la
santa messa poi tenne una conferenza ai
sacerdoti riuniti per il ritiro
spirituale.
20-22 ottobre 1912 ancora una
volta alla ormai tradizionale festa degli
ortolani si aggiunse la celebrazione del
III centenario della morte (4 febbraio
1612) del cappuccino san Giuseppe da
Leonessa, missionario a Costantinopoli
dove fu condannato al supplizio del
gancio, che consisteva nell'essere appeso
ad una trave con un uncino nei tendini
della mano destra e un altro nel piede
destro. Avrebbe dovuto morire se non fosse
stato liberato in modo miracoloso.
Rientrato in Italia si diede alla
predicazione. La festa fu animata dalla
partecipazione dell'abate, di mons. Angelo
Fiorini vescovo di Pontremoli e dalla
predicazione di don Roberto Poggioli di
Bologna.
Le celebrazioni del 25 marzo 1913
riuscirono splendidamente favorite dal bel
tempo che permise alla gente di accorrere
fervorosa e numerosa. Predicò il
professor don Venanzio Bini. Cantarono 1e
giovani di Cappella".
Il 16 giugno 1913 fu celebrata la
chiusura del mese. Ci fu molta gente.
Predicò p. Maurizio Crotti da Villa
di Serio che vent'anni dopo, il 20 marzo
1933, fu eletto vescovo di Città di
Castello. I canti furono animati dalla
scola cantoruin di Martignana di Po,
diretta dal maestro Francesco Lodi.
Ottobre 1913. Nelle feste degli
ortolani di ottobre si unì anche la
festa di s. Giovanna d'Arco allora solo
beata, come già ricordato.
Ormai le feste tradizionali si snodano
con continuità e noi non ci
soffermeremo più su di esse se non
quando vi sia qualcosa meritevole di
memoria.
Il 17 giugno 1914 si celebrò a
Bergamo il capitolo provinciale e, come al
solito, ci fu una piccola rivoluzione
nella comunità dei frati.
Qui vennero assegnati i seguenti
religiosi: p. Pietro Bagardi da Casnigo,
presidente; p. Fortunato Merlini da Sesto
San Giovanni con l'incarico di
bibliotecario; p. Nicola Pedrazzini da
Carpiano; p. Luigi Castelli da Guanzate;
f. Ferdinando Masper da Valtesse; f.
Costantino Arienti da Desio, cercatore e
portinaio; f. Damaso Fagnani da Inzago,
cuciniere e sacrista.
Il 25 giugno 1914 si celebrò la
chiusura del mese di maggio.
Pontificò l'abate don Eugenio
Chiodelli. L'8 ottobre 1914 fu mandato p.
Bassano Carrara da Desenzano al Serio che
poi lasciò l'ordine e divenne
sacerdote nella diocesi di Bergamo.
Ottobre 1914. In occasione delle
solenni feste predicò p. Domenico
Borroni da Origgio.
4 aprile 1915: la festa patronale
quest'anno fu spostata dal 25 marzo, che
era il venerdì santo, al 4 aprile.
Predicò l'arciprete di Colorno.
Il 14 aprile 1915 fra Ferdinando da
Valtesse fu mandato a Bergamo e qui venne
fra Barnaba Zanardi da Bianzano che poi
uscì dall'ordine.
Nei giorni 15-16 agosto 1915 il
comitato abbaziale di Casalmaggiore
indisse preghiere particolari per "il
trionfo delle armi italiane". Sul
manifesto si leggeva: "Genitori, Maestre
cristiane, il comitato Vinvita caldamente
a condurre i vostri figli al Santuario,
perché offrano a Gesù il
tributo prezioso del loro cuore e della
loro preghiera innocente pei padri e pei
fratelli combattenti".
Il cronista annota: "Il concorso e la
devozione superò l'aspettativa.
Fu un vero spettacolo sì per lo
straordinario concorso di popolo, per la
pietà e per le sante comunioni che
furono non meno di 2600, come anche per la
fraterna unione e partecipazione di tutte
le autorità cittadine.
Era stabilito di intervenire anche un
largo gruppo di militari ma un individuo
di Casalmaggiore fece tanto can can per
cui
" e così termina la
cronaca di questo avvenimento.
Il 18 novembre 1915 fu mandato fra
Cristoforo Giudici da Clusone come
ortolano.
25 marzo 1916 il concorso per la festa
patronale fu numeroso. Si fecero circa 400
comunioni, ma anche nel giorno successivo
continuò l'afflusso.
Il primo cappuccino morto nel
convento della Fontana
Il 4 maggio 1916 p. Pietro fu mandato a
Como e qui venne p. Benedetto Pallavicini
da Cesano Maderno, come presidente, ma
egli morì in questo convento il 22
ottobre dello stesso anno ed i funerali
furono celebrati il 24. P. Nicola
Pedrazzini da Carpiano ha così
sintetizzato la vita del defunto, che
aveva solo 61 anni: "fu un Superiore
amato, un Padre stimato, un Religioso
d'operosità, di studio e di
pietà".
Il 26 ottobre 1916 fu mandato come
presidente p. Mosè Ziliani da
Gratacasolo.
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