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ANNI 1903 - 1907
31 maggio 1903: "Nella cripta
fino dall'origine del santuario vi era un
pozzo con acqua sorgiva, ma non era
conforme all'igiene per più
ragioni. Sapientemente p. Antonino vi fece
collocare una pompa che toglie ogni
pericolo ed ogni timore", così
annota la Cronaca senza aggiungere altri
particolari su quale tipo di lavori furono
effettivamente fatti.
18.09.1903 Preghiera alla Madonna
della Fontana
La preghiera fa parte integrante della
storia di un santuario che è
edificato proprio perché si preghi.
Ricostruire, fin dove ci è
permesso, le varie preghiere del
centenario significa riconoscere che
moltissimi pellegrini hanno usato questi
formulari, hanno espresso la loro
devozione ed hanno ottenuto molte grazie.
La prima dopo l'ingresso dei cappuccini
alla Madonna della Fontana è stata
approvata il 18 settembre 1903 dal
Canonico C. Gorla, Pro Vicario Generale di
Milano. "Prostrato, o dolcissima Madre del
Divin Salvatore, innanzi alla miracolosa
vostra Effigie che si venera in questo
vostro Santuario, ed ove a larga mano
spargete sui devoti pellegrini i vostri
favori, deli! rivolgete anche sopra di me
i vostri occhi pietosi e degnatevi di dire
per me una dolce parola al Divin
Pargoletto che si caramente stringete al
vostro Cuore! Non siete voi forse, o
Vergine Santissima, la Madre della grazia
e della misericordia? SI, o Madre
Benedetta, e come tutti partono dal vostro
Trono consolati e festosi, così
spero d'esser io pure da voi esaudito. Non
sapendo però pregarvi come si deve,
mi rivolgerò a voi colle parole del
divoto Bernardo. Memorare! Ricordatevi o
piissima Vergine Maria, che non si
è mai inteso al mondo che alcuno
ricorrendo alla vostra protezione,
implorando il vostro aiuto e chiedendo il
vostro patrocinio, sia restato
abbandonato. Animato io da una tal
confidenza, a voi ricorro o Madre, Vergine
delle Vergini, a voi vengo qual peccatore
gemente domandando pietà. Non
vogliate, o Madre del Divin Verbo,
disprezzare le mie suppliche, ma
ascoltatemi propizia e esauditemi.
Così sia. Mater Divinae Gratiae -
Ora pro nobis. A chi recita tutti i giorni
il Memorare per un mese, confessato e
comunicato, acquista l'Indulgenza
Plenaria; ed ogni qual volta lo si recita
acquista 300 giorni d'Indulgenza".
C'è anche un'immaginetta abbastanza
antica che riporta la sola preghiera di S.
Bernardo con l'indulgenza concessa da Pio
IX, come abbiamo già ricordato
sotto l'anno 1902. 29 settembre 1903: P.
Gaetano venne mandato a Lovere e al suo
posto giunse P Luigi Castelli da Guanzate
con fra Pompeo Fresca da Coarezza.
04 febbraio 1904: P. Antonino
venne mandato a Bergamo per il servizio al
cimitero e qui fu inviato e fatto
presidente p. Leone Viganò da
Briosco. Il cronista scrive che si deve a
p. Leone 'Tinvetriata colorata delle
finestre rotonde o ovali del santuario"
oltre ad altri lavori nel convento.
10 maggio 1905: si
celebrò il capitolo provinciale dei
cappuccini della provincia di Lombardia.
Il capitolo provinciale è il
momento di massima espressione della vita
di una provincia religiosa. Un gruppo di
frati, eletto secondo le regole stabilite
e in rappresentanza di tutti gli altri, si
riunisce e discute i vari problemi, elegge
i nuovi superiori e stabilisce norme per
la vita dei frati. 1 superiori eletti,
cioè il ministro provinciale e i
suoi consiglieri, chiamati definitori,
eleggono poi i superiori dei conventi e
cambiano i frati secondo le
necessità e l'opportunità,
assegnando a ciascuno i vari uffici.
Con il capitolo provinciale del 1905
vennero inviati a Casalmaggiore i seguenti
religiosi: p. Pietro Bagardi da Casnigo,
presidente; p. Mariano Rebuzzi da Scanzo
Rosciate; p. Gerardo Pedrinola da Monza;
f. Rocco Sangalli da Madone, portinaio e
sacrista; f. Costantino Arienti da Desio,
cercatore; E Damiano Novati da Verano
Brianza, cuciniere.
21 settembre 1905: p. Mariano
venne mandato a Milano nel convento di S.
Francesco, e qui giunsero i padri Teodoro
Mariani da Seregno e Odorico Garoni da
Milano.
15-16 ottobre 1905 Solennità
straordinaria
Ben tre motivi concorsero
contemporaneamente a rendere più
maestosa la prima festa solenne dopo
l'arrivo dei cappuccini. Si
celebrò, prima di tutto, la festa
dei due nuovi martiri cappuccini
beatificati il primo gennaio 1905. Si
tratta dei beati Agantangelo da
Vendóme (1598-1638) e Cassiano da
Nantes (1607-1638) uccisi a Gondar in
Etiopia. Si celebrò poi il
cinquantesimo del voto fatto nel 1855 e
della festa degli ortolani iniziata pure
nella stessa occasione. Nel 1855 varie
città d'Italia furono colpite dal
terribile colera. Anche Casalmaggiore e i
paesi vicini ebbero la loro tremenda
prova, ma sperimentarono ancora una volta
la Maternità di Maria alla quale
fecero voto di compiere ogni anno un
pellegrinaggio nella terza domenica di
ottobre.
Oltre all'Abate era presente mons.
Angelo Fiorini vescovo cappuccino di
Pontremoli. Grande fu il concorso della
gente. Si fecero più di 2000
comunioni. Predicarono i padri cappuccini
Luigi Castelli da Guanzate, Enrico Bottini
da Lonate Pozzolo e Cesare Rama da
Brignano.
Non mancarono neppure i segni esterni
della festa, così descritti dal
cronista: "La musica fu eccellentemente
eseguita parte da artisti di Brescia sotto
la direzione del maestro Pasini e parte
dalla scuola dei salesiani di Parma (erano
più di 50) e dodici violinisti
della medesima città. Il santuario
era riccamente addobbato di velluto e oro
e lo stradone dalla Motta alla stazione
era tutto pavesato di festoni e bandiere.
Non mancarono perfino i mortaretti e la
banda di Casalmaggiore e di Parma".
Il 28 agosto 1906 f. Damiano
andò al convento dell'Annunciata in
Valcamonica e qui venne fra Silvestro
Guidoni da San Colombano di Collio, con
l'ufficio di cuciniere. Nel mese di
dicembre dello stesso 1906 don Francesco
Bonvini di Codogno regalò al
superiore "una splendida pianeta bianca
ricamata in oro e seta" che avrebbe dovuto
rimanere al santuario finché vi
fossero i cappuccini. Segno questo dei
buoni rapporti che esistevano tra i
sacerdoti e i frati.
Affresco di Santa Giovanna
d'Arco
La terza cappella a sinistra è
detta dei francesi, perché sarebbe
stata affrescata negli anni in cui i
francesi dominarono su Casalmaggiore. Nel
1509 il marchese di Mantova, Francesco
Gonzaga, occupò Casalmaggiore per
conto dei francesi che vi rimasero fino al
1512. Tra i vari dipinti della cappella si
ammira anche Santa Giovanna d'Arco
(1412-1431). Sull'identificazione della
santa vi erano incertezze, perché
il suo capo è circondato
dall'aureola che si sarebbe potuta mettere
solo dopo la beatificazione e la
canonizzazione avvenute, rispettivamente,
solo nel 1909 e nel 1920. Il dipinto
riveste un'importanza notevole
perché sarebbe il primo affresco
italiano sulla Santa.
Nel mese di giugno 1907 il pittore
prof. Aroldi di Casalmaggiore, con il
permesso dell'abate e del superiore,
restaurò il dipinto di sua
iniziativa e a sue spese. Il risultato era
bello alla vista, perché sembrava
appena dipinto, ma dal punto di vista
dell'arte l'intervento fu giudicato
negativamente.
Lascio la parola al cronista:
"Pochi giorni dopo giunsero qui uno
incaricato dalla Commissione della
Conservazione dei monumenti italiani e due
francesi rappresentanti la città
d'Orléans, i quali dopo d'aver
severamente riprovato il restauro
(chiamato da loro assassinio) ordinarono
(con minaccia di gravi disturbi)
l'immediato lavacro dell'affresco e
proibirono di non più toccarlo; il
che avvenne con tuttafacilità a
mezzo dello stesso Aroldi. Quegli
incaricati d'Orléans accertarono
che l'affresco rappresenta l'allora
Venerabile Giovanna d'Arco (ora Beata) e
ciò per più ragioni:
primamente perla positura della guerriera,
per re Carlo VII ai piedi di essa, per una
striscia o nastro sopra la spada recante
un detto allegorico, ma più
specialmente per il manto della Madonna
innanzi alla Beata, manto che è una
viva immagine di quello donato dal re
Carlo alla Pulzella e da questa alla
Madonna".
Settembre 1907 p. Odorico venne mandato
a Milano nel convento di Monforte e qui
giunse p. Donato Antonini da
Malvaglio.
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